Ho già incontrato Ulli Lust a BilBOlbul, 15 giorni fa.
Domani l'autrice tedesca giunge, nel suo tour italiano, a Roma e sarò io a presentarla al Goethe Institut via Savoia, 15 Roma.
Mi fa piacere questo ritrovarsi nuovamente, visto che il primo incontro si è rivelato interessante e che per questo secondo credo di aver sviluppato qualche idea in più su cui parlare.
Ulli è autrice sincera, che oltre a questo fumetto Troppo non è mai abbastanza, di cui si sta parlando parecchio in rete e non solo, si occupa del fumetto anche come produzione, conducendo una piccola casa editrice digitale.
Mi piace segnalare qui, per chi il libro non lo avesse ancora letto, ma anche per chi sì, il solito ben blog di Queirolo, in cui parla in modo insolitamente lungo, oltre che approfondito, e molto personale, di quest'opera.
Ed è la sua visione di uomo, perciò anche più interessante (continuo a credere nello scambio e non nella separazione).
Ringrazio dunque Queirolo per alcuni spunti che aggiunge al mio ragionamento su questo corposo volume. Il tema è la violenza alle donne, ma al di là di quello che viene proposto da recensori e uffici stampa, la violenza raccantata da Ulli Lust non è per nulla scontata, ma piuttosto talmente banale da essere molto più vera e molto più vicina a molte ragazze.
Capovolgendo il punto di vista di Queirolo e parlando da donna: gli uomini devono trasformarsi, evolversi, ma anche le donne devono prendere in mano le loro vite e prendere coscienza (forse non a sedici anni) di quanto serva lottare e non soggiacere ad abitudini e mentalità radicate. Per vincere occorre lottare e aiutare chi è debole per farlo, anche noi stessi.
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