Questo sì è interiore... il ricordo dell'infanzia e della giovinezza, i sapori perduti (talvolta ritrovabili), il recupero di momenti piccoli e nostri.
Le mie merende erano varie.
Ecco, questa è la parola. c'erano le merende speciali che ricordo, fatte con cura, poi altre più veloci che ricordo appena, ma erano sempre un po' invenzioni, furti, giochi.
Le merende dolci erano la norma, ma le salate non mancavano, pane con prosciutto, con salame...
Ricordo, e so che a molti farà orrore, le merende a metà mattina (dunque era estate o avevo 4 anni e non andavo ancora all'asilo?), che erano fatte, spesso, con quel che si cucinava.
E quando c'era il pollo (che allora era ruspante) mi toccavano bargigli, crestine, cuore e fegatini.
Bolliti, semplici, accompagnati dal pane.
Le interiora mi affascinano. Le mangio tutte, dal fegato alla veneziana (logicamente) al cuore, al cervello lessato, ai rognoncini, palle di toro ecc ecc. L'unica che non ho mai trovato (e mangiato) è la tetta di mucca (l'ho solo vista al mercato di San Lorenzo, a Firenze).
D'altra parte mi piace pulire il pesce per tirarne fuori e buttare le interiora, mi dà il senso della vita (e della morte).
Ecco.
Chi è rimasto a leggere?
...
Se non siete scappati vi racconterò quanto è buono il polmone.
E non fate quella faccia, l'altra sera mi è stata regalata una confezione di polmone che la gatta snobbava.
1 euro e 50 centesimi di polmone.
L'ho preparato come lo faceva mio papà, solo avevo un po' poca salsa in casa, era domenica, mi sono accontentata....
CORADEA
(ovvero spezzatino di polmone, da non confondere con la coratella romana che è misto di cuore, fegato e polmone, ma di animale piccolo, agnello credo)
INGEDIENTI
• Polmone confezione grossa (mezzo chilo?)
• 1 confezione di passata di pomodoro
• 1 bella cipolla o 3 cipollotti più dolci
• 2 cucchiai d'olio
• sale q.b.
• se si vuole un po' di sedano
ESECUZIONE
• Tagliare il polmoni a pezzotti, tipo spezzatino (è un po' elastico, ma basta usare un buon coltello e non impressionarsi).
• Lessarlo in acqua leggermente salata, per circa 15/20 minuti.
• Scolarlo.
• Tagliare intanto la cipolla, abbastanza fine, e metterla in una pentola (antiaderente è meglio) con olio e pomodoro passato e magari un pezzo di sedano. Lasciar cuocere un poco, salare e buttare dentro il polmone pre-lessato.
• Cuocere per almeno 1 h. e 1/2, ma più cuoce meglio è (anche a tappe).
• Semmai allungare con l'acqua del polmone lessato, o con brodo vegetale (non di dado, spero).
• Volendo una spruzzata di vino bianco dentro al pomodoro, ma anche no.
Servire con pane, o riso, o polenta.
Il giorno dopo è più buono! e anche quello dopo ancora...
A cena i 3 che l'hanno mangiato hanno bissato (gli altri 3 si sono rifiutati a priori).
Interiors, in quel film di Woody Allen, non dei suoi migliori, il senso è questo, doppio.
Interiora, budelli, e quello che abbiamo dentro, le rogn(oni)e nascoste (le immagini del film sono opposte: asettiche, dure, nude...).
Se facessimo di più uso delle nostre interiora e interiorità, forse andremmo meglio. Scavare un po', estirpare e tirando un pezzo, trascinare – come dalle branchie dei pesci – lunghi fili insanguinati e ingombri di carne.
Intanto torno al polmone.
E vi faccio anche notare che, se non vi schifa vi piacerà assai e che con 1 euro e mezzo (più pomodoro e cipolla e poco olio) si sfamano 4 persone! in tempi di crisi, di crisi vera che verrà, non è da sottovalutare...
E che cosa leggere mentre per 1 ora e mezza e più il polmone cuoce?
Butterei lì Asterios Polyp, il discusso librone di Mazzucchelli, che abbadona il pennello denso, le figure espriessive attraverso neri e materia e raggela, così come Woody Allen, l'estetica del racconto. Ne fa trama geometrica, disegno di architettura, per raccontare interiors... basta guardare la prima vignetta, la nuvola nera che è ancora il primo Mazzucchelli: segno. Un grumo non dissimile da un cervello, dalle interiora. È sono gli interni che ne escono poi, nel racconto, nelle geometrie rosse blu che distinguono lui e lei.
Un libro lungo e impegnativo (io l'ho appena cominciato) che non vi farà sembrare lunghi i tempi di cottura della carne, che cuocerà assieme allo spirito decodificato sui fogli da architetto.
Poi potrete mangiare.
Senza dimenticare che i polmini li abbiamo anche noi, servono a respirare.
Occhei, mi fa strano leggere questo dopo già la mia discutibile colazione fatta da caffè, pizza e baiocchi, però... chissà che buono!
RispondiElimina*___* E poi, la rosetta scavata con pomodoro, sale e olio, che goduria!
Ma che schifo...
RispondiEliminaVado matto per le frattaglie.
RispondiEliminaQuindi con me sfondi una porta aperta.
I coglioni di toro li hai mai provati?
Io solo una volta, durante una cena di capodanno incentrata sulle 26 lettere dell'alfabeto, ed erano semplicemente stupendi!
Ma povero toro.
RispondiElimina@Mirty... in effetti l'avevo scritto di sera, ma poi l'ho postato al mattino... :P
RispondiElimina@Anonimo, ma non fa schifo! Perché la coscia della mucca fa differenza?
@Corrierino e lo so che abbiamo gusti simili! così non solo per i fumetti :) acci, una cena sulle 26 lettere dell'alfabeto mi intriga... ora ci penso *0*
io mangio solo dolci, ma mi affascinano queste disquisizioni culinarie , purchè debba leggerle soltanto e mai verificarle.
RispondiEliminaSulla costiera amalfitana un giorno incontrai un carretto che vendeva teste di maiale lessate con tocchi di limone di costiera dentro a cartocci di carta. Ero appena uscita da un ristorante e non ho potuto assaggiarli, ancora me li sogno. Purtroppo nelle nostre città è difficile trovare tagli che non siano muscolo, per di più ho litigato con il macellaio qui vicino e sono diciotto anni che non ci metto più piede (in occasione della prima vittoria elettorale di Berlusconi..)
RispondiElimina@Lita e il dolce col sanguinaccio e cioccolata? me ne dicono meraviglie :)
RispondiEliminacmq hai ragione, la cucina è anche tanta chiacchiera...
@silvia, ma è il delizioso ped'e musso (spero di scrivere giusto), sulla costiera ma anche più dentro lo si trova, incorniiato di limoni... buonissimo! Io lo trovo e mangio anche a Napoli, ai quartieri spagnoli, negozietti però, non carretto... le ultime due volte però me l'hanno dato troppo duro. Se passi da quelle parti devi (ma entro primavera) prendere il "soffritto" che non è soffritto nel senso comune, assomiglia assai al mio polmone, ma è piccante e ha molto sugo perché serve a condire la pasta... una delizia! Su FB due segnalazioni: Maria Panuccio "tecianu, così si chiama il polmone in umido al mio paese d'origine (bagnata calabra)" Sergio Frosini di lucca "il picchiante, polmone misto a cuore stufato e molto pepato". Insomma non si deve escludere dei cibi per preconcetto... non si dovrebbe, poi ognuno fa quel che gli pare ;)