sabato 26 febbraio 2011

RICOTTINA D'ANTAN


È sabato, ogni tanto esce il sole, ma fa freddo.
Il mondo qui è sospeso mentre altrove guerre, rivoluzioni, inchieste, terremoti.
Ma qui spolvero il mio ripiano di cosine.
Pupazzi e statuette, ognuna con una storia.
Uno dei primi è il cuochino. Costò poco perché rotto, mercatino in corso Garibaldi a Milano, dove trovai i primi Corrierini anni 60, costavano un cazzo e ne comprai pochi, fessa!
Il cuochino sta facendo la cioccolata (vedi post precedente), lo si intuisce dall'attrezzo di legno che finisce a stella e che serve a montarla. 
Ma io lo metto oggi, che bianco e lindo com’è (dopo che gli ho tolto la polvere) si intona alla semi-ricetta di questa mattina.




Sabato uno fa la spesa (poca) e poi apre il frigo.
Il latte è scaduto.

Normale. Io non bevo latte. Mi ha schifato gradualmente dall’età di 9 anni. Però ogni tanto lo bevo, magari vero, in montagna. Quando ero piccola il latte, lasciato aperto in frigo, dopo un giorno faceva la "panna", non la pelle schifosa a cui siamo abituati, ma uno stratino leggero di crema, che solo per me era conservata per aggiungerla sul pane (e latte) della prima colazione.
Ora no.
Questo l’ho preso per cucinare e ora ecco lì, più di mezzo litro inacidito.
Non si butta, però. La mia prozia Maria che morì a 104 anni ed era nata nel 1880 e qualcosa, mi aveva insegnato a farne la ricottina, che poi la fanno anche gli indiani e gli alternativi (non vegani), ma insomma anche nel veneto del primo 900 si faceva e ora è ancora valida.
Per saperne di più sulla mia zia potete leggere un fumetto verticale qua (parla anche di cibo, ora che lo riguardo) su Coreingrapho, progetto che in un anno di vita raccolse molte storie. A leggervele tutte ne avete...! Dunque per oggi nessun libro sul tavolo.

Torniamo alla...
ricottina della zia Maria.

VIRTU’
Non si butta il latte, facilissima, rapidissima ebuonina.

TEMPO
Pochi minuti

DIFFICOLTA’
Anche un bambino

OCCORRENTE
• Latte (scaduto, anche da una settimana, ma non putrescente, oppure fresco)
• Limone q.b. (poche gocce o mezzo limone, dipende da voi, dal latte e dal quantitativo)
OPPURE
aceto
• Un pizzico di sale

Un pentolino
Un colino a trama fine


AZIONE!
• Si versa il latte nel pentolino e lo si pone sul fuoco.
• Si aggiunge un pizzico di sale e vi si spreme il limone (mezzo o anche assai meno, poche gocce), se è l’aceto pochissime gocce bastano.
• Si mescola e si porta a bollore.
• Si lascia bollire mescolando ogni tanto. Si guarda quanto il latte si rapprenda e si separi dal siero, semmai si aggiunge poco limone, ma insomma per mezzo litro metà di mezzo limone. Bollire per qualche minuto finché è ben separato e il siero è piuttosto trasparente. Allora spegnere.
• Rovesciare in un colino. Col mestolo compattare un po’ la ricottina.
• Lasciar colare qualche minuto (10? Anche meno, dipende dal colino).
• riporre in frigo se si deve mangiare parecchio più tardi, o mangiarla tiepida subito o poco dopo (che è migliore assai).


Volendo aggiungere poca buccia di limone, per un aroma più spiccato.
ATTENZIONE: L’aceto, per chi lo usasse, è più forte e si adatta a una ricotta da lasciar riposare, da non mangiare tiepida, e va dosato con cautela.

Tutto qui.
Presto vi darò ricette più complesse. Ma la rapidità è frequente per chi lavora 12 ore e passa...

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